Obesità in Italia: la dieta non basta da sola

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La crescita di casi di obesità nel nostro Paese indica un problema che deve essere eradicato. E nel nostro piccolo possiamo fare qualcosa.

Cosa mette in comune l’urbanizzazione, la crescita esplosiva della popolazione mondiale, l’evoluzione nel campo industriale e lo stile alimentare dell’occidentale moderno? A un primo impatto potresti tranquillamente negare un collegamento diretto, ma purtroppo non è così. Questi fattori sono stati determinanti per l’evoluzione di uno stile e un “codice” alimentare che ha portato milioni di persone verso un aumento patologico di peso. L’obesità in Italia è il risultato di questa tendenza mondiale, che non deve stupirci viste le abitudini che possiamo facilmente identificare non appena alziamo un attimo gli occhi su chi ci circonda.

Obesità in Italia: la dieta da sola non basta

Cos’è l’obesità: il sovraccarico metabolico che fa male

L’obesità è una patologia in cui il corpo umano si trova in un continuo stato di eccesso di calorie assunte con l’alimentazione, che il normale metabolismo non riesce a smaltire. L’eccesso di calorie è spesso dato dai cosiddetti comfort food, cioè alimenti che donano una sensazione di benessere (momentaneo) e liberazione dallo stress. Alimenti che, però, nella maggior parte dei casi sono ricchi di grassi saturi, spesso costituiti da derivati animali e che non rispettano gli equilibri di un piatto salubre. Il fatto che si tratti di una malattia legata a quanto mangiamo, però, non ci deve fare cadere nel tranello e indurci a pensare che sia tutta colpa di cosa e quanto mettiamo sul piatto.

L’obesità come malattia multifattoriale: non dare la colpa all’individuo!

L’obesità è una malattia multifattoriale: è il risultato di così tanti fattori sociali, prima che fisiologici, che non ci si può limitare a dare la colpa all’individuo che acquista né tantomeno alla sua volontà di mangiare qualcosa. Dobbiamo sempre ricordare che se mangiamo qualcosa non è soltanto perché lo vogliamo: la dieta è influenzata dalla società in cui viviamo, dai culti che pratichiamo, dal ristretto gruppo con cui andiamo a cena, dalla povertà o ricchezza che ci obbligano ad acquistare specifici prodotti rispetto ad altri.

Cosa succede al corpo di una persona obesa?

Cominciando ad assumere costantemente comfort food, l’eccesso di calorie – spesso legato a quantità eccessive di grassi saturi e carboidrati – invece che essere eliminato naturalmente viene immagazzinato sotto forma, per lo più, di grasso viscerale. Questo meccanismo è del tutto naturale e serve a creare un deposito di energia e nutrienti utili per le emergenze.

Se però gli eccessi continuano a entrare nell’organismo, i depositi si saturano e per fare spazio il corpo deve modificarsi. Aumenta il volume della pancia (negli uomini) o dei fianchi e dei glutei (nella donna) finchè i lipidi non trovano nuove zone dove depositarsi: braccia, cosce e collo sono i più comuni. E se lo stile di vita si mantiene costantemente sedentario e abbondante a tavola, questi depositi non si consumeranno mai.

Obesità in Italia: la dieta da sola non basta

Il ruolo dell’obesità nella sindrome metabolica

Il semplice accumulo di lipidi, però, non basta a spiegare quanto è complessa e pericolosa questa condizione. Spesso e volentieri, infatti, l’obesità è solo la punta di un iceberg che prende il nome di sindrome metabolica, un insieme di condizioni strettamente legate fra di loro e che si basano su un problema di malnutrizione.

Diabete e Obesità: due facce della stessa medaglia

L’obesità è spesso associata a un fenomeno di resistenza all’insulina, che determina a lungo andare l’insorgenza di Diabete Mellito di Tipo 2. Il continuo assumere zuccheri, infatti, stimola la liberazione di insulina che attiva i processi di immagazzinamento dei nutrienti ma contemporaneamente blocca i consumi e limita il metabolismo. Inoltre, questo ormone va a sbilanciare il nostro delicato equilibrio verso l’anabolismo e rende insensibili le cellule al suo passaggio. I nutrienti allora non riescono a entrare in tutti i nostri tessuti ma solo in quelli che fanno da magazzino, adipe e fegato fra tutti.

L’aumento della glicemia che ne consegue significa un aumento dei rischi per l’organismo che si evolvono spesso in aterosclerosi da glicemia alta. La grande quantità di zuccheri nel sangue fa sì che il colesterolo LDL venga ossidato più facilmente, generando placche aterosclerotiche che otturano le vene e le arterie dall’interno, generando ictus e infarti.

Obesità e ossa: come fa il corpo a reggere il peso in crescita?

Il tessuto adiposo che risulta particolarmente esteso nell’obeso è a tutti gli effetti un organo endocrino. Più aumenta in grandezza, più produce sostanze, le adipochine, in grado di stimolare e modificare determinati aspetti del metabolismo. Nei confronti delle ossa va a stimolare gli osteoblasti, cioè le cellule responsabili della cementificazione dell’osso e della solidità della struttura. In questo modo, lo scheletro riesce a sostenere l’aumento di peso.

Se la produzione di adipochine è però eccessiva, come nel caso dell’obesità, la loro attività infiammatoria prende il sopravvento e diventano fattori di rischio per la nascita di tumori. Spesso questi fattori di rischio sono accelerati dallo stile alimentare della persona che tende a mangiare grandi quantità di alimenti raffinati e derivati animali con conclamate proprietà pro-tumorali.

Obesità e fertilità: troppo grasso rende sterili?

C’è una stretta correlazione fra obesità e fertilità, in particolare con l’impotenza maschile. Per costruire gli ormoni sessuali, il nostro organismo ha bisogno di colesterolo che è in grado di produrre in totale autonomia, purchè attraverso la dieta assumiamo gli acidi grassi utili alla sua costruzione. In presenza di diabete tutti i grassi, colesterolo incluso, vengono immagazzinati invece di essere utilizzati nei tessuti. Questo significa che anche la produzione di ormoni sessuali viene ridotta al minimo, generando casi di impotenza o infertilità, per lo più negli uomini – ma anche le donne non sono immuni!

Tutti questi fattori sono spesso l’uno dipendenti dall’altro, in un sistema di sintomi, cause ed effetti nell’organismo che permettono di legare a doppio filo obesità e sindrome metabolica.

Obesità in Italia: perché sta prendendo sempre più piede nel Bel Paese?

L’ultimo rapporto dell’Università Cattolica per l’Istituto di Salute e Igiene parla chiaro: l’obesità in Italia sta crescendo, ha un’incidenza sempre maggiore e questo mette a dura prova l’aspettativa di vita media, la qualità della vita e anche il peso sul Sistema Sanitario Nazionale. Il parametro più utilizzato per identificare l’obesità è l’Indice di Massa Corporea (IMC) che però da solo può dare solo un’idea generale della situazione di ogni persona. Si è obesi se l’IMC supera il valore di 30, ma anche a valori inferiori i rischi per la persona sono pressoché identici, solo più attenuati.

Obesità in Italia come il Diabesity negli Stati Uniti?

La crescita è evidente per colpa del cambiamento delle abitudini e dello stile di vita. L’italiano è sempre più sedentario, mangia abbondanti piatti sia a pranzo sia a cena, quasi mai si fa consigliare su cosa mangiare da un professionista della salute come un medico o un nutrizionista se non in caso di patologie, e si adegua sempre più a comfort food e cibo “da strada”, fritto e grasso.

Ci si avvicina sempre più a uno stile di vita americano e anche la malattia somiglia sempre più all’obesità negli Stati Uniti, dove ormai si parla solo di Diabesity, parola che indica la complessa relazione fra diabete e obesità. Noi abbiamo la fortuna di avere eccellenze nazionali come l’olio e le olive da cui lo produciamo, che ci aiutano a ridurre i fattori di rischio e contare su una cultura del cibo più cosciente dalla salute del singolo. Cerchiamo di non prendere esempio da loro!

Obesità in Italia: la dieta da sola non basta

Dieta per combattere l’obesità: un aiuto, non una panacea

Nel caso di obesità, la correzione delle proprie abitudini alimentari è essenziali. Essendo una patologia a tutti gli effetti, l’unico modo per combatterla e curarla è contattare un professionista sanitario: non commettere l’errore di poterla sconfiggere solo con le tue forze. In un piano alimentare fatto su misura per questo tipo di patologia ti devi sicuramente aspettare alimenti a ridotto contenuto calorico, un aumento del contenuto di fibre e la riduzione delle porzioni.

L’obiettivo è spingere il corpo a cambiare abitudini. Invece di continuare a incamerare e immagazzinare sostanze, gli si fa capire che deve spendere i nutrienti che ha e di cui si deve liberare. Per raggiungere questo risultato, però, l’alimentazione non basta. Ricorda che si tratta di un problema multifattoriale: ecco perché bisogna abbinare l’attività fisica ed eliminare alcol e fumo, trasformando la propria vita sedentaria in una routine utile alla salute del proprio corpo.

Non accusare la persona: non c’è colpa, ci sono soluzioni

Essere in sovrappeso è una condizione stressante e pesante anche a livello psicologico. Per superarla c’è bisogno di motivazione e supporto dall’esterno. Purtroppo, viviamo in un mondo consumista e spesso grassofobico. È necessario, invece, smettere di dare la colpa alla volontà della persona e pensare a cosa poter fare per eliminare quei fattori di pressione sociale che spingono le persone in queste condizioni. Solo in questo modo l’obesità in Italia potrà finalmente cominciare a entrare nella sua fase di discesa.

Fonti e Approfondimenti

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